Sembra che L'INPS sempre ha saputo quello che accadeva con la valuta del Bs e il vero valore con il quale si dovevano calcolare le mensilità per i pensionati in convenzione Italia-Vzla ma...
Ci sono comunicati interni che le diverse sedi regionali dell'INPS mostrano ai pensionati che vanno a "reclamare", dove sembra che l'alta dirigenza dell'INPS sempre ha saputo cosa succedeva con la valuta in Venezuela e che si doveva prendere una decisione con il dimezzamento, sospensione, richieste vergognose di rimborso, annullamento di benefici e altri fatti denigranti in confronto dei pensionati italiani in convenzione Italia-Venezuela ma, né loro né il governo mai avrebbero preso una decisione "a tempo" per enmendare la situazione. Sempre davano "la colpa" al governo venezuelano... E tacevano. Un "Vicario" sempre rispondeva ai pensionati nel programma TV "Community" di RAI Italia ma mai una soluzione, come se la colpa fosse dei pensionati.
Per l'amore di Dio, nessun rammarico!, anzi, benedizioni a tutti loro ma... Ecco il "ma"... Se qualche "pezzo pesante" o a qualcuno di loro gli avrebbe successo qualcosa simile, avrebbero fatto l'impossibile per correggere il fatto ma... No... È ci troviamo di fronte a un caso da valutare in quanto alla attitudine dimostrata da chi avrebbe dovuto prendere decisioni e non l'ha fatto, già non solo valutare il semplice errore o il "cavillo legale" che c'era (e c'è) di mezzo.
Adesso, la proposta di IC1 per "soluzionare" i fatti è valida: L'INPS deve registrare che la pensione dell'IVSS è zero.
Se non accade così, l'INPS continuerà facendo calcoli imprecisi, dimezzando mensilità, richiedendo rimborsi, notificando l'Agenzia delle Entrate di introiti non veri. Intanto, la pensione IVSS è quasi zero al mese in Venezuela, questo è vero, così che non c'è problema che l'INPS la metta in "zero".
Allora, quello che vogliono i pensionati italiani in convenzione Italia-Venezuela è volontà politica con un provvedimento o decreto del MAECI o del Ministero del Lavoro che indica all'INPS che devono registrare la pensione IVSS con il valore di zero, non altro.
Sì: Attendiamo? Attendiamo!
P.S.: Leggere anche "#CrisiUmanitaria in VENEZUELA: Cosa chiedono gli italiani nel paese al governo italiano? #Luglio2018".
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A continuazione, in spagnolo, la storia del "blocco cambiario" del cambio divise in Venezuela (vía El Pitazo):
IC1 continuerà l'attivismo civico per i pensionati italiani in convenzione Italia-Venezuela.
Per l'amore di Dio, nessun rammarico!, anzi, benedizioni a tutti loro ma... Ecco il "ma"... Se qualche "pezzo pesante" o a qualcuno di loro gli avrebbe successo qualcosa simile, avrebbero fatto l'impossibile per correggere il fatto ma... No... È ci troviamo di fronte a un caso da valutare in quanto alla attitudine dimostrata da chi avrebbe dovuto prendere decisioni e non l'ha fatto, già non solo valutare il semplice errore o il "cavillo legale" che c'era (e c'è) di mezzo.
Adesso, la proposta di IC1 per "soluzionare" i fatti è valida: L'INPS deve registrare che la pensione dell'IVSS è zero.
Se non accade così, l'INPS continuerà facendo calcoli imprecisi, dimezzando mensilità, richiedendo rimborsi, notificando l'Agenzia delle Entrate di introiti non veri. Intanto, la pensione IVSS è quasi zero al mese in Venezuela, questo è vero, così che non c'è problema che l'INPS la metta in "zero".
Allora, quello che vogliono i pensionati italiani in convenzione Italia-Venezuela è volontà politica con un provvedimento o decreto del MAECI o del Ministero del Lavoro che indica all'INPS che devono registrare la pensione IVSS con il valore di zero, non altro.
Sì: Attendiamo? Attendiamo!
P.S.: Leggere anche "#CrisiUmanitaria in VENEZUELA: Cosa chiedono gli italiani nel paese al governo italiano? #Luglio2018".
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A continuazione, in spagnolo, la storia del "blocco cambiario" del cambio divise in Venezuela (vía El Pitazo):
- El 5 febrero 2003 nace Cadivi (Comisión de Administración de Divisas), con una tasa de 1.600 bolívares por dólar.
- El 9 de febrero de 2004 el Gobierno venezolano devalúa la moneda por primera vez desde que instauró el control de cambios y fija la tasa oficial en 1.920 bolívares por dólar.
- En enero de 2008 se estableció la reconversión monetaria que parió al bolívar fuerte (BsF), con una paridad de 2,15 bolívares fuertes por dólar.
- En junio de 2010 entró en vigencia el Sistema de Transacciones con Títulos en Moneda Extranjera (Sitme) y se fija otra tasa oficial de 5,30 bolívares fuertes por dólar para importaciones no prioritarias y que podía ser utilizada, de forma muy limitada, por la población para algunas operaciones.
- Al cierre de diciembre de 2010 se suprime la doble tasa de cambio de BsF 2,60 y BsF 4,30 para unificarla y dejarla en BsF 4,30 por dólar. La autoridad cambiaria no cambió la tasa Sitme en esa ocasión. La medida se activó el 1º de enero de 2011.
- El 8 de febrero de 2013 desincorporan el Sitme y se aplica una devaluación del bolívar fuerte. La tasa de cambio pasa de BsF 4,30 a BsF 6,30 por dólar.
- En marzo de 2013 el gobierno creó el Sicad: una subasta para que personas naturales y jurídicas hagan sus peticiones y compren dólares. El sistema permanece activo junto al suministro de cupos de divisas de Cadivi. Con estas subastas permiten liberar subrepticiamente “pequeñas devaluaciones” de la moneda.
- En enero de 2014 Cadivi se integra con el Centro Nacional de Comercio Exterior (Cencoex), con un sistema dual de cambios y dos tasas: BsF 6,30 por dólar para alimentos y medicinas y BsF 11,36 para las subastas del Sicad I. De esta manera también se permitían “pequeñas devaluaciones” de la moneda.
- En febrero de 2014 modifican la Ley de Ilícitos Cambiarios y crean Sicad II, un tercer régimen de cambio oficial, para “pulverizar el dolar en el mercado negro”. Este sistema permite que hasta las personas naturales acudan a la subasta de divisas.
- En 2015 se establecen tres mercados cambiarios: Cencoex, con una tasa de BsF 6,30. Unificaron las subastas Sicad I y II. Agregaron el Simadi (Sistema Marginal de Divisas), un sistema que toma elementos de bolsa de valores para adquirir divisas de valor fluctuante en función de la oferta y la demanda; el valor inicial fue de BsF 170 por dólar.
- El 10 de marzo de 2016 entró en vigencia un nuevo esquema, con dos tipos de cambio: el Dipro(Divisas Protegidas), con una tasa de BsF 10 por dólar, dirigida a bienes y servicios y remesas identificadas como “prioritarias”. Inicialmente se consideró que se ajustaría la tasa progresivamente, pero nunca la modificaron. Al otro sistema se le denominó Dicom, (Divisas Complementarias), con una tasa inicial de BsF 206,92 por dólar. Con este se contempló proveer de divisas a los viajeros, a los representantes diplomáticos, exportación y venta de hidrocarburos y otras empresas básicas no prioritarias.
- En enero de este año, la autoridad cambiaria eliminó el Dipro (que seguía a BsF 10 por dolar). En julio, la autoridad modificó la Ley de Ilícitos Cambiarios, para luego, en agosto, abrir la compra y venta de divisas en un nuevo sistema que incluye a las casas de cambio en su red de negociación. La medida apunta a crear un mercado libre de divisas provistas por el sector privado [n. de r.: manteniéndolo como DICOM, nunca hubo ni hay tal "libertad"].